Chirurgia del glaucoma
L’intervento più comune è la trabeculectomia che ha lo scopo di creare una via di scarico efficiente e alternativa a quelle malate, mettendo in relazione lo spazio compreso fra l’iride e la cornea e quello situato sotto una membrana detta “congiuntiva”, che riveste l’occhio. La trabeculectomia viene eseguita sotto il controllo di un microscopio operatorio: il chirurgo comincia l’intervento creando una piccola apertura nella congiuntiva ed effettuando l’asportazione della capsula di Tenone; successivamente, il chirurgo pratica delle piccole incisioni nella sclera, la parte bianca dell’occhio, per demarcare lo sportello sclerale ed esegue la separazione dei diversi strati della sclera. In seguito, il chirurgo crea lo sportello sclerale asportando la lamella sclerale e asportando una piccola parte di iride, per facilitare il deflusso dell’umor acqueo.
Dopo aver creato lo sportello sclerale, il chirurgo lo sutura al resto della sclera che lo circonda, ripone in loco la parte di congiuntiva inizialmente asportata e la sutura al resto del tessuto congiuntivale circostante. Se lo sportello sclerale funziona correttamente, l’umor acqueo comincia a fluire attraverso di esso fino a formare un piccolissimo rigonfiamento che prende il nome di bozza filtrante. Se l’intervento viene effettuato correttamente, la bozza filtrante rimane permeabile per tutta la vita. In alcuni casi, alcuni anni dopo l’esecuzione della procedura, la bozza filtrante deve essere ricreata mediante un secondo intervento. Si esegue in anestesia locale e dopo la trabeculectomia l’occhio viene bendato e applicati colliri per alcuni giorni. Occorre fare grande attenzione a non fare sforzi dopo questo intervento per almeno un mese perchè questo potrebbe comportare un brusco abbassamento della pressione dell’occhio.